Storia politica del mondo by Jonathan Holslag

Storia politica del mondo by Jonathan Holslag

autore:Jonathan Holslag
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2019-05-01T16:00:00+00:00


Merci abbondanti e gente onesta

Nel 734, l’imperatore Xuanzong (712-756), della dinastia Tang, scrisse al sovrano Yamato in Giappone per informarlo della sorte toccata a tre suoi ambasciatori, che non erano più tornati a casa. Una tempesta aveva portato la loro nave fuori rotta finché non era naufragata sulla costa di Linyi, nell’odierno Vietnam, dove gli ambasciatori erano stati derubati e venduti come schiavi. L’imperatore aggiungeva poi parole di conforto: «Linyi e altri paesi in quella zona sono tributari della Cina. Ho già dato istruzioni al protettore generale ad Annan [Hanoi] di inviare un editto ai loro governanti che ordini loro di accompagnare i diplomatici giapponesi al protettorato, in caso fossero individuati. Ho anche raccomandato al protettore generale di dare ristoro ai giapponesi e rimandarli in patria».12

Ovviamente, la diplomazia restava un lavoro rischioso, ma la lettera di Xuanzong rivela anche il senso di superiorità che cova sotto a una tale dimostrazione di magnanimità, peraltro non riservata solo ai sovrani giapponesi. Per esempio, Xuanzong chiamava «figlio» il khagan turco e rifiutò una proposta di pace del re del Tibet perché quest’ultimo si era rivolto all’imperatore come fosse stato un suo pari. La preminenza doveva essere rispettata e Xuanzong (forte di un esercito di oltre 600 000 soldati) poteva permettersi di insistere al riguardo.

Il suo regno venne chiamato «la splendida epoca dell’apertura originale», un periodo di fiducia, pace e prosperità.13 Nel fermento della capitale, Chang’an, si stendevano tranquilli giardini imperiali dove uccelli e animali esotici raccolti da ogni angolo del regno riflettevano l’armonia naturale che l’impero aveva donato. È questo il periodo classico dell’arte cinese, e fu Xuanzong a fondare la prima accademia cinese dedicata al teatro e alla musica, detta il Giardino delle pere; lo stesso imperatore prese sotto la sua ala poeti come Li Bai e pittori come Zhou Fang e Zhang Xuan, che in cambio realizzarono capolavori nei quali celebravano lo splendore e l’eleganza della vita di corte. Gli artigiani mescolarono tecniche e stili provenienti da tutta l’Asia per dare vita a opere sofisticate e sontuose in terracotta, oro, giada e seta.

Lo stesso Xuanzong mirava a eccellere nell’arte del buon governo. Pur approvando il rispetto delle tradizioni tipico del confucianesimo, era taoista; prese le distanze tanto dai princìpi confuciani quanto da quelli legalisti per rendere più equo il codice penale Tang. Inoltre, incoraggiò l’agricoltura per rimpinguare i granai imperiali, costruì nuove chiuse sul Gran canale, che collegava lo Yangtze e il Fiume Giallo, e prese molti altri provvedimenti per promuovere il commercio interno ed estero. «Il Fiume Giallo è limpido e calmo» scrisse lo storico di corte dei Tang. «Il paese vive nella pace e nell’armonia. Le merci abbondano e la gente è onesta. Regni come l’Anxi si sono sottomessi e sono stati governati dai Tang… Ovunque i raccolti sono immensi e la popolazione prospera. I giovani nel fiore degli anni non portano armi. Nessuno raccoglie per la strada le proprietà altrui per poi tenersele.»14

All’apparenza, questi erano ancora gli anni d’oro della dinastia Tang, ma presto fu chiaro che si trattava di poco più che una magnifica facciata.



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